Sono varie e complesse le situazioni che portano gli individui a migrare dal proprio paese ad un altro.
Le guerre civili e l’estremismo, che creano continuamente un numero sempre maggiore di vittime; le dittature, che con il loro poteri soffocano ogni libertà personale; le minoranze religiose e gli omosessuali, costretti a fuggire perché perseguitati ed emarginati.
I principali paesi da cui si scappa per arrivare in Europa sono Nigeria, Eritrea, Sudan, Gambia, Costa d’ Avorio, Guinea, Somalia, Mali, Senegal e altri paesi Sub-sahariani.
Parliamo in alcuni casi, di veri e propri investimenti, in quanto molte famiglie vendono i propri beni per mandare il loro figlio in cerca di un futuro migliore.
Ma qual è il costo del viaggio verso l’Europa?
Il traffico di esseri umani è diventato un mercato redditizio. Nella maggior parte dei casi, le imbarcazioni utilizzate per il trasporto degli esseri umani sono dei pescherecci e/o gommoni.
Sono principalmente due i modi per raggiungere la Libia: un viaggio in una sola volta, per il quale si arriva a spendere 6000 euro; oppure facendo delle tappe intermedie, fermandosi quindi per diversi mesi in altri paesi per guadagnare i soldi necessari a proseguire il viaggio.
I migranti vengono portati sulle spiagge da dove partono le imbarcazioni generalmente da un intermediario, a cui il trafficante paga una cifra stabilita: ad esempio circa 350 euro a viaggio. Quello che invece pagano i migranti per farsi trasportare dall’altra parte del Mediterraneo dipende dalla loro provenienza. Un africano subsahariano normalmente paga una cifra compresa tra i 740 e 920 euro, un siriano non oltre i 2.300 euro, un marocchino non oltre i 1.500 euro. I siriani tendono a pagare di più per garantirsi più sicurezza durante il viaggio, mentre i subsahariani, che hanno meno soldi, non chiedono garanzie. Più l’etnia di provenienza è ricca e potente, e può vendicare eventuali sparizioni in mare, più il viaggio diventa sicuro e costoso. Come ad esempio gli eritrei. I più disperati, in genere maghrebini e bangladesi, per contro, pagano meno e viaggiano su barche da rottamare senza scafista, guidate da un volontario cui viene praticato uno sconto sulla traversata. In base alla cifra versata i migranti ricevono una diversa sistemazione all’ interno dell’ imbarcazione e, di conseguenza, una sicurezza diversa in caso di naufragio.
I modi per lasciare il porto libico, sono diversi, ma tutti prevedono la corruzione di uomini della Guardia costiera libica per “chiudere un occhio”.
I migranti vengono fatti salire a bordo della barca di notte: viene dato loro un telefono satellitare, un localizzatore GPS, dei salvagenti (venduti loro circa 5 euro l’uno), del cibo e dell’acqua e gli viene detto di stare seduti al loro posto. Hajj ha detto: «Diamo loro istruzione di non muoversi troppo. Possono alzarsi e sedersi, ma non andare da una parte all’altra dell’imbarcazione. Se due o tre cominciano a farlo, anche gli altri vorranno farlo. Si crea il caos e questo provoca il ribaltamento della barca».
Una volta a terra gli immigrati collaborano, fanno nomi, danno numeri di telefono degli scafisti, indicano le città e i porti da cui sono partiti, mostrano i filmati girati di nascosto nel corso della traversata. Aiutano polizia e magistratura italiana.
Non sempre la speranza dei migranti di raggiungere un porto sicuro in Europa si avvera, difatti spesse volte questi viaggi si traducono in naufragi, vittime e morti.
Foto: http://www.ossin.org/uno-sguardo-al-mondo/analisi/1827-perche-i-migranti-lasciano-il-loro-paese-e-che-cosa-occorre-fare
Fonti e link utili:
http://www.caritas.it/caritasitaliana/allegati/1309/Articoli_Avvenire.pdf
http://www.ilpost.it/2015/04/27/traffico-migranti-scafisti-mediterraneo/