I cosiddetti “Hotel a 5 stelle” dove, secondo alcuni, dormirebbero i migranti giunti in Italia non sono altro che strutture ricettive di solito non propriamente dedicate all’accoglienza, utilizzate come Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) per far fronte a situazioni di emergenza e in caso di carenza di posti nei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA).

La gestione di tali strutture, affidata a privati, società o realtà del terzo settore, quali cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, società di mutuo soccorso, imprese sociali e Onlus, firmano una convenzione con la prefettura locale che li impegna a dare assistenza ai migranti con un compenso pari a 35 euro al giorno.

Le condizioni di soggiorno non rispecchiano l’ idea di albergo confortevole e ricco di servizi come si potrebbe immaginare quando si pensa ad una struttura utilizzata soprattutto da turisti o comunque per soggiorni di vacanza o di affari. Si ricorre spesso a sistemazioni di fortuna prive delle adeguate strutture igieniche e di sicurezza e gli stessi servizi forniti ai migranti non si possono considerare alla stregua dei servizi di un hotel: le camere hanno letti a castello e le pulizie ordinarie sono effettuate dai migranti insieme ad un addetto. Inoltre, non è raro che gli unici operatori presenti siano quelli addetti all’erogazione dei pasti e alla sorveglianza notturna delle strutture.

Più che le condizioni lussuose di soggiorno dei migranti, questi centri d’accoglienza straordinaria testimoniano le criticità del nostro sistema di accoglienza, in cui proprio l’eccezionalità di situazioni fuori dalla norma diventa ordinarietà e l’emergenza permane come momento critico continuo.


http://www.ilpost.it/2016/09/08/migranti-alberghi-salvini/

http://openmigration.org/glossary-term/centri-di-accoglienza-straordinaria-cas/

http://www.istat.it/it/files/2016/06/Melchionda.pptx.

http://www.internazionale.it/opinione/stefano-liberti/2016/05/12/accoglienza-migranti-italia-cipolla