Spesso e volentieri viene accusato lo Stato di assegnare, indebitamente, gli alloggi di edilizia popolare agli immigrati. In realtà la Convenzione sui lavoratori migranti, promossa dall’ OIL, nell’art. 6 impone agli Stati di riconoscere ai lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti e ai loro famigliari un trattamento non meno favorevole dei cittadini nell’accesso all’alloggio. Il diritto dell’Unione europea stabilisce esplicitamente che tale parità deve applicarsi sia all’accesso sia alla fornitura di beni e servizi che sono a disposizione del pubblico, “inclusi gli alloggi” (articolo 3.1, lett. H). L’accesso degli stranieri all’abitazione è regolato dal Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, il tutto può essere ricondotto all’art 40 del TU. Che prevede la possibilità di una sistemazione abitativa più stabile e soddisfacente rispetto ai centri di accoglienza, anche se sempre di natura temporanea.
Entrando nel dettaglio delle presenze territoriali, in tre regioni del Nord e una del Centro è concentrato il 57% dell’intera popolazione straniera: si tratta di Lombardia (22,9%), Lazio (12,5%), Emilia-Romagna (10,9%) e Veneto (10,5%).
Il sistema di accoglienza in Italia è articolato e complicato ed è gestito dal ministero dell’Interno. Le strutture d’accoglienza si dividono in: centri di primo soccorso e accoglienza (Cpsa), centri di accoglienza (Cda), centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), centri di identificazione ed espulsione (Cie). Inoltre è presente un sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: lo Sprar, secondo cui il ministero dell’Interno emana periodicamente un bando per l’assegnazione dei posti. In pratica, enti locali e associazioni mettono a disposizione dei posti letto e lo Stato sceglie di quali usufruire, tenendo conto dei costi e di altri criteri. Tra questi rientrano anche, tra le varie strutture, alcuni alberghi. Gli immigrati quindi non scelgono in quali strutture stare o l’ albergo più soddisfacente, come molti credono, ma vengono smistati dallo Stato.
L’ Osservatorio provinciale delle immigrazioni a Bologna ha presentato il “Nuovo Dossier dell’Osservatorio delle Immigrazioni”, da questo studio è emerso come gli stranieri rappresentino una minoranza con, alla fine del 2009(*), solo il 9,4% degli abitanti delle case popolari e 1608 nuclei familiari contro le 15.525 famiglie italiane. Inoltre, a vedersi assegnare un alloggio, sono più spesso gli italiani rispetto agli stranieri, con il rapporto di 1 a 5 per le famiglie italiane e 1 a 10 fra gli stranieri che ne fanno richiesta. Secondo le graduatorie infatti, le fasce privilegiate sono rappresentate dagli anziani, dagli invalidi e dai nuclei uni personali e mono-genitoriali.
Fonti:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/vogliono-dare-nostre-case-ai-profughi-1227555.html
http://www.bandieragialla.it/node/13229
http://www.ilpost.it/2015/06/17/immigrati-alberghi-di-lusso-salvini/